Consentirete l'eccezione di queste righe del tutto personali, scritte di getto.
Era il 1999 e in un momento cruciale, bellissimo, della mia vita, ebbi l'onore di pubblicare il mio primo articolo in un volume miscellaneo, curato da Santo Lucà e Lidia Perria, in onore di monsignor Paul Canart, per il suo settantesimo compleanno (Bollettino della Badia Greca di Grottaferrata, vol. 53).
Ho poi incontrato varie volte questo studioso di grandissima levatura, ogni volta ammirandolo e ricevendone attenzione garbatissima ed incoraggiante.
L'ultima volta l'ho incontrato a Lecce, in occasione di un convegno su libri e testi greci in Terra d'Otranto (Gli uomini e le lettere: personaggi, testi e contesti della Terra d’Otranto di cultura bizantina, 16-17 aprile 2015).
(foto da manuscrits.hypotheses.org)
Sono davvero molto, molto dispiaciuto che monsignor Canart non ci sia più. Sono sicuro di non esagerare né di essere retorico affermando che con lui se ne va anche un po' della mia giovinezza, poiché alla mia grandissima stima per lui a poco a poco si aggiunsero simpatia e un certo affetto.
Per i giovani studiosi della mia generazione (e sono certo di potermi esprimere anche a nome loro) leggere le pagine di Paul Canart ma soprattutto conoscerlo ed ascoltarlo è stata una grande opportunità di crescita culturale.
Addio monsignore... e grazie, grazie.
Daniele Arnesano
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